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Cuciniamo con

Antico dolcetto sabino: Arancetti

Sapor d'arancio... dolci di un tempo...

Si è ormai quasi persa traccia di questi dolcetti della tradizione contadina sabina. Una ricetta povera che si diffuse quando i "Portugalli" (le arance) -frutti un tempo rari in quell'angolo di Lazio, tanto da rientrare fra le prelibatezze delle calze della Befana più ricche- divennero alla portata di chi popolava quelle campagne.  Del frutto in questo caso si usava la buccia; niente uova perché spesso non ce n'erano, e né sale né zucchero nell'impasto. Ma si usava lo strutto, disponibile nelle case dove si era macellato il maiale. E alla fine questi dolcetti non troppo dolci si friggevano, nello strutto, o in quel meraviglioso olio che la Sabina sa regalare. Ve ne facciamo dono, affinché questa ricetta dal sapore antico non vada perduta...


Tempo di cottura: 15 minuti

Ingredienti: zucchero semolato, 250-300 g; strutto, 100 g; latte, 1/4; farina 00, circa 350 g; la buccia grattugiata di 3-4 arance medie, o 3 grandi; olio di semi (o strutto) per friggere

Fase 1

Mettiamo in una terrina lo strutto portato a temperatura ambiente. Aggiungiamo il latte e la farina setacciata. Impastiamo strizzando per amalgamare lo strutto, fino ad ottenere un impasto sufficientemente compatto da poter essere trasferito su piano di lavoro infarinato.

Trasferiamo l'impasto sul piano di lavoro

Fase 2

Lavoriamo il breve tempo necessario a renderlo liscio. Formiamo la palla, avvolgiamola nella pellicola e lasciamola riposare in fresco per un'oretta. Nel frattempo grattugiamo la buccia delle arance (solo la parte arancione).

Intanto grattugiamo la buccia delle arance

Fase 3

Riprendiamo l'impasto e dividiamolo in 3 parti. Con ognuna formiamo prima un cilindro, e poi a mano col mattarello tiriamolo fino ad ottenere una lunga striscia, sottile e larga una decina di centimetri. Su ogni striscia "spalmiamo" un po' di buccia d'arancio, e spargiamo uniformemente abbondante zucchero semolato. Arrotoliamo fino a formare di nuovo un cilindro. Ne avremo 3.

Riprendiamo l'impasto e dividiamolo in 3. Formiamo dei cilindri

Fase 4

Tagliamo ogni cilindro in "fettine" dello spessore delle comuni fettuccine. Friggiamole in olio profondo di semi fino a doratura.

Tiriamoli su dall'olio, ed ancora caldi tuffiamo gli arancetti nel restante zucchero semolato. Rivoltiamoli per zuccherarli da entrambi i lati, e facciamoli freddare. Gustati in giornata sono fragranti e quasi friabili. Ottimi anche il giorno dopo ma vanno conservati all'aperto, e non chiusi in un contenitore perché perderebbero friabilità.

Sapor d'arancio… dolci di un tempo…

Uno vicino all'altro, in attesa di frittura

Note

A seconda dei gusti e della stagione, l'arancio può essere sostituito con buccia di limone o di mandarino.

Se avanzano zucchero e buccia, conservateli in un barattolo, ed usateli per zuccherare un dolce, ma anche una tisana, un caffè o una tazza di cioccolata.

La quantità di farina è indicativa, più o meno a seconda dell'umidità; comunque considerate il sufficiente per un impasto morbido ma sodo. Anche la quantità di scorza grattugiata è indicativa, per un sapore più o meno intenso a seconda dei vostri gusti

Curiosità

Qualcosa di molto simile esiste anche nelle vicine Umbria e Marche, si gustano a carnevale e si chiamano ugualmente Arancetti (fatti a volte anche/o con buccia di limone), oppure, curiosamente, Ficcanasi… Sono di forma tonda come quelli sabini, oppure ventaglietto…

Massime, citazioni, detti, proverbi e aforismi

"Aranci, alberi che adoro… il vostro profumo mi è dolce…
vi è cosa nel regno di Flora, che possa riuscire più gradita?…
Quei frutti dalla buccia soda, sono un antico tesoro…
e il giardino delle Esperidi, non vide mai altri pomi d'oro…"
(Jean de La Fontaine, poeta e favolista francese vissuto nel 1600)

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