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Cuciniamo con

Cucino&riciclo: spaghetti al ragù di cozze

I cook & recycling. Spaghetti with chopped mussels sauce (Italian)

Tempi di riciclo gente! La crisi ci sovrasta, e gli sprechi sono un inutile e dannoso  lusso. Oggi riutilizziamo quanto eventualmente avanzato da una delle più frequenti "padellate" di mare: il sauté di cozze.


Tempo di cottura: 40 minuti

Porzioni: 4

Ingredienti: cozze già cotte e sgusciate un paio di manciate; brodo della loro cottura; aglio 2 spicchi; olio extravergine di oliva qb; pomodori pelati 2 barattoli scarsi da 400 g; sale qb; peperoncino qb; prezzemolo tritato fresco a piacere

Fase 1

Ovviamente avremo già sgusciato le cozze avanzate, e debitamente filtrato il brodo di cottura. E conservato questi frutti di mare in tale liquido in frigo.

Ora recuperiamo dal brodo le cozze e scoliamole sommariamente. Teniamone da parte qualcuna delle più belle per decorare il piatto finale. Mettiamo le restanti su un tagliere e tritiamole con la mezzaluna. In questo modo insaporiranno in maniera egregia il nostro sugo.

Tritiamole con la mezzaluna

Fase 2

In una capace padella facciamo imbiondire un paio di spicchi di aglio tagliati a metà. Aggiungiamo il trito e facciamolo insaporire per un minuto; quindi il prezzemolo, il peperoncino, e l'acqua delle cozze. Uniamo anche i pomodori pelati che avremo precedentemente schiacciato con una forchetta o passato col frullatore ad immersione.

Uniamo il prezzemolo, il peperoncino…

Fase 3

Facciamo cuocere per una mezz'ora aggiungendo un goccio d'acqua se serve, e poi ritirare il sugo senza asciugarlo troppo. Aggiustiamo di sale se serve, ma vedrete che l'acqua delle cozze avrà già dato di suo molta sapidità.

Facciamo cuocere e poi ritirare ma non troppo a fuoco dolce, e spegniamo la fiamma

Fase 4

Cuociamo al dente in acqua salata gli spaghetti, o anche formati più spessi tipo vermicelli o vermicellini, o bavette. Scoliamoli sommariamente e versiamoli in padella nel sugo. Saltiamo a fuoco vivo e serviamo decorando ogni piatto con qualche cozza sgusciata ed un ciuffetto di prezzemolo. Con quello che in genere finisce nel secchio della spazzatura, ecco un primo saporito, ottimo e veloce per quattro persone…

Versiamo la pasta molto al dente e mantechiamo a fuoco vivo

Note

Se i muscoli che utilizzeremo sono gli avanzi di un'impepata di cozze, andateci piano col peperoncino, o non usatene affatto…

L’idea in più

Quando aprite le cozze in padella senza aggiunta di aglio, olio o prezzemolo, e vi avanza un po’ del loro “brodo”, non buttatelo via: è liquido prezioso. Filtratelo e versatelo nei contenitori da freezer per il ghiaccio. Avrete così tanti cubetti -che una volta congelati conserverete in un sacchetto- da utilizzare come dado di rinforzo per i vostri sughetti di pesce…

Per il piacere di saperlo… il bisso delle cozze

E cioè quel ciuffetto o filamento cordaceo con il quale l’animale si fissa a supporti naturali o arificiali. Questa specie di cordicella della consistenza simile alla canapa, è il risultato di una sorta di sostanza che secernono le cozze, la quale a contatto con l’acqua solidifica formando i tanti filamenti più o meno lunghi che vanno appunto a costituire il bisso.

Come toglierlo: è sufficiente afferrare il ciuffetto, e con l’altra mano premere per tenere ben chiuse le valve. Poi si tira con forza e verso il basso delle valve, staccandolo. E’ importante levarlo in quanto talmente coriaceo da risultare non commestibile…

Curiosità

Sapevate che le cozze, (chiamata anche muscoli e peoci), insieme ad animali insospettabili quali la trota iridea, il granchio di scoglio, la carpa, il cinghiale, il coniglio e perfino il gatto domestico inselvatichito, figurano nell’elenco delle 100 specie aliene più dannose al mondo?

Ovviamente dove aliene sta per organismi alieni rispetto all’habitat in cui sono stati inseriti volutamente o no dall’uomo, che hanno provocato i danni maggiori sia predando attivamente le popolazioni locali, che infettandole oppure soppiantandole nella competizione per il cibo.

Cosa beviamo

Dalla Puglia, Alezio Rosato. Restando tra i rosè pugliesi un Castel del Monte, o risaliamo lo Stivale con un Chiaretto del Garda.

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