Fettine alla pizzaiola
Slices of meat with tomato sauce and oregano
Un ottimo secondo, classico della cucina italiana, dedicato a chi ama fare la “scarpetta” o “pucciare” il pane nel delizioso sugo che ne vien fuori. Come spesso accade un piatto può variare da regione a regione e persino da famiglia a famiglia; c’è chi aggiunge capperi, chi olive, chi entrambi, chi considera l’origano un “optional”. Quella che vi proponiamo è la vera pizzaiola, nata per essere insaporita solo dall’aglio e dall’origano, messo in abbondanza ma senza esagerare. E vi leccherete il baffi. A volte infatti la validità di una pietanza sta nella semplicità…
Tempo di cottura: 60 minuti
Porzioni: 4
Ingredienti: almeno 600 g di fettine di vitellone o di manzo; 1 bottiglia di passata rustica di pomodoro; 2 spicchi d’aglio tagliati a metà; origano secco; olio e.v.o.; sale qb
Fase 1
Prima di tutto intacchiamo i bordi delle fettine per non farle arricciare. Poi in una padella capace di contenere tutte le fettine versiamo l’olio, e in questo, una volta caldo, facciamo dorare l’aglio e solo scottare da entrambi i lati le fettine. Togliamo le fettine e lasciamole al caldo vicino al fornello.
Scottiamo da entrambi i lati le fettine |
Fase 2
Versiamo nella padella con l’olio, l’aglio e il liquido che avrà rilasciato la carne, la passata rustica di pomodoro (possiamo usare anche dei pelati schiacciati con la forchetta). Saliamo e aggiungiamo l’origano secco. Se ci pace possiamo anche aggiungere un po’ di peperoncino, ma noi in questo caso preferiamo di no. Aggiungiamo anche mezzo bicchiere d’acqua e cuociamo a fuoco vivace per una decina di minuti.
Versiamo pomodoro e origano; saliamo |
Fase 3
Trascorsi i quali aggiungiamo ancora acqua e, spostando il sugo in modo che vi ricada sopra, rimettiamo in padella le fettine, versiamo anche i liquidi che avranno espulso nel frattempo. Continuiamo a cuocere aggiungendo via via dell’acqua per circa 50 minuti, o finché la carne non sarà tenera ed il pomodoro non avrà assunto un bel colore brunito.
Quando il sugo è insaporito rimettiamo la carne e portiamo a cottura |
Fase 4
Togliamo l’aglio, impiattiamo, versiamo sulla carne un po’ di sugo, ancora una spolveratine di origano e Buon appetito! E il pane è d'obbligo…
Non lasciamo il sugo troppo ristretto ed inzuppiamovi il pane |
Note
Carne, quale taglio: indubbiamente il taglio che più si presta è quella che nel Lazio chiamano sora (con la vena callosa al centro). Questo è un modo per rendere morbido questo taglio di carne saporito e non costosissimo, essendo parte della spalla dell’animale. La sora in altre regioni è anche conosciuta come arrosto della vena, sottopaletta, Brione, cappello del prete, muscolo di spalla o sorra. Se non lo trovate, come accaduto a me, potete tranquillamente usare la rosa (chiamata così sempre nel Lazio), altrimenti nota come fesa di coscia, fesa di mezzo, fesa francese, fasciatura o punta d’anca.
Solitamente raccomando di preferire sempre le erbe aromatiche fresche al posto di quelle secche. Non è questo il caso. L’origano è infatti un’eccezione a tale regola, e se fresco ha un aroma leggero e delicato, solo seccando esprime tutta la sua intensa fragranza mediterranea.
Volutamente non abbiamo aggiunto vino.
Curiosità
Lo sapevate che l’origano ha proprietà antiossidanti 46 volte superiori a quelle di una mela, di per sé già considerata tra i migliori alimenti in quanto a questa proprietà? È anche antalgico, antisettico, analgesico, espettorante, antispasmodico, tonico e stomachico. I suoi infusi sono utili contro tosse, disturbi digestivi, emicranie, e svolgendo una funzione anti-infiammatoria anche per i dolori di natura reumatica.
Cosa beviamo
Stavolta andiamo nelle cantine di Pordenone e Udine, e beviamo un Refosco dal peduncolo rosso