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Cuciniamo con

Spada all’isolana con scampi alla piastra (anche light)

Guida alla preparazione

Un altro dei tanti piatti che può essere cucinato anche in versione dietetica, e che con l’accompagnamento di scampi alla piastra, e magari di una bella insalatona può diventare un piatto unico leggero ma appetitoso allo stesso tempo. E anche veloce da preparare, il che non guasta


Tempo di cottura: 20 – 30 minuti

Porzioni: 2

Ingredienti: due belle fette di spada di almeno 200 g l’una; 8 scampi medio-grandi; 250 g di pomodori tipo Casalino; 50 g di olive tipo taggiasca o toscana; un pugnetto di capperi salati; mezzo bicchiere di vino bianco secco; 1 spicchio di aglio rosso; olio e.v.o., sale e peperoncino qb; prezzemolo tritato

Fase 1

Prima di tutto un paio d’ore prima di cominciare a cucinare mettete a dissalare i capperi in un bicchiere colmo d’acqua tiepida, dopo averli ben sciacquati, e cambiando ogni tanto l’acqua. Con delle forbici da cucina tagliate a tratti la pelle del pesce spada per evitare che si arricci in cottura. In una padella antiaderente capace di contere e cuocere anche il sugo fate dorare in olio e.v.o. uno spicchio di aglio tagliato in due parti, che prima di servire toglierete, e le due fette di pesce spada da entrambi i lati a fuoco vivo. Sfumate con mezzo bicchiere di buon vino bianco secco, e fate evaporare a fuoco vivo. Intanto denocciolate le olive, riducete in dadolata i pomodori, lavate e tritate abbondante prezzemolo. In ultimo scolate i capperi.

Rosolate l'aglio e lo spada da entrambi i lati e sfumate di vino

Fase 2

A questo punto scansate da una parte le fette di pesce spada (se la padella è piccola potete anche toglierle e metterle in un piatto, per poi raggiungerle quando il pomodoro si sarà sfatto), e aggiungete il resto degli ingredienti. Attenzione nel salare perché ci sono i capperi e soprattutto le olive già sapidi. A piacere aggiungete del peperoncino. Cercate di schiacciare i pomodori con una forchetta, a fuoco vivo, poi abbassate la fiamma e cuocete a fuoco dolce aggiungendo se serve un poco di acqua.

Aggiungete gli altri ingredienti e fate cuocere

Fase 3

Nel frattempo avrete lavato ed aperto in due gli scampi con l'aiuto di una forbice (vedere il prosedimento nella sezione "Tecniche" di Cuciniamo insieme.it), e messo sulla fiamma una bistecchiera in ghisa. Togliete il filo dello stomaco e salate leggermente gli scampi. Metteteli sulla piastra ben calda e portateli a cottura rivoltandoli una volta. Ricordate che tutti i crostacei vogliono una cottura breve, quindi saranno sufficienti 8 minuti a fiamma viva e a piastra molto calda. Potete anche peparli leggermente.

Cuocete gli scampi sulla griglia bollente

Fase 4

Gli scampi sono pronti, e lo spada si è sposato col suo sughino: potete impiattare. Mettete da un lato una fetta di pesce con sopra l’intingolo; di lato gli scampi: un giro di olio crudo su questi ultimi e la pietanza può andare in tavola.

Impiattate lo spada col suo intingolo e gli scampi con un filo d'olio

Versione light

Procedete come sopra. Solo, fate scottare le due fette di pesce sulla padella antiaderente ben calda, non mettete né olio nè vino, e dopo versate a crudo tutti gli altri ingredienti, compreso l’aglio. Usate solo un po’ di acqua calda se dovesse servire durante la cottura. Al momento di servite distribuite un cucchiaino di olio e.v.o. sul pesce e uno sugli scampi. Eliminate l’isalata che avevo consigliato prima ma accompagnate con della verdura bollita e condita con solo sale e succo di limone.

Curiosità

Una delle prime testimonianze della tecnica di pesca del pesce spada risalgono al poeta greco antico Archestrato di Gela (vissuto circa nel 300 avanti Cristo), il quale narrava che proprio dalle coste della Sicilia partivano le navi con i pesce spada destinati ad Atene, pescati con le tecniche in uso fino a ieri ed introdotte dai fenici.

Eh sì, perché oltre che nel Mediterraneo, lo spada era ed è presente nelle zone tropicali, subtropicali e temperate di tutti gli oceani, nonché nel Mar Nero, nel Mar d’Azov e nel Mar di Marmara.

Altre fonti testimoniano come il pesce spada venisse già pescato nello Stretto di Messina, in particolare sotto la rupe di Scilla fra il XVII ed il secolo avanti Cristo. Vennero alla luce, infatti resti di villaggi preistorici risalenti all’età del bronzo e, fra questi, alcuni rifiuti di pasto contenenti ossa di pesce spada. La pesca del pesce spada -si potrebbe parlare anche di caccia, nel vero senso del termine, vista la procedura adottata- nelle acque dello Stretto risale quindi a tempi arcaici.

Oggi per fortuna la pesca con le spatare è vietata, perché causa l’inutile morte di altre specie marine in pericolo d’estinzione, come le tartarughe ed i cetacei.

Cosa beviamo

Etna rosato o Alcamo Chardonnay Doc, acqua non gasata se siete a dieta.

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