Crema di nespole
Aspettando le nespole antiche a fine ottobre, sfruttiamo le ultime japonica della stagione...
Ecco a voi un'ottima crema di nespole da gustare a colazione con fette biscottate, o con biscottini per merenda, oppure per i più ghiotti anche così, in purezza. Eh sì, oggi protagoniste sono le nespole, approfittando delle ultime di stagione della diffusissima varietà japonica. La ricetta non cambierà, anzi ne guadagnerà, quando la faremo con le nespole antiche europee, quelle dei nostri nonni. Quelle per intenditori...
Tempo di cottura: secondo quantità, e acquosità della polpa. Fa fede la prova piattino
Ingredienti: nespole sbucciate e denocciolate, 1 kg – zucchero, 400 g – succo di mezzo limone – estratto di vaniglia, 2 cucchiaini (oppure due bustine di vanillina in polvere)
Occorrente: frullatore a immersione o passaverdure con setaccio finissimo – barattoli e tappi sterilizzati
Fase 1
Prendiamo le nespole che devono essere ben mature (quindi con la buccia macchiata di marrone), laviamole, sbucciamole e apriamole a metà, eliminando i noccioli che terremo da parte se in seguito vorremo fare il liquore
Sbucciamo e apriamo a metà le nespole, togliendo i noccioli che terremo da parte in una ciotola per fare in seguito il liquore |
Fase 2
Tagliamo la polpa a pezzi e trasferiamola in un contenitore alto. Aggiungiamo la vaniglia e il succo di limone, e frulliamo più o meno finemente a seconda della consistenza che vorremo dare alla nostra crema
Con il frullatore a immersione (o con passaverdura con piastra fine) frulliamo tutto fino a rendere il composto una crema più o meno fine |
Fase 3
Trasferiamo il passato in una pentola. Aggiungiamo lo zucchero, e a fuoco medio, mescolando, portiamo a bollore. Lasciamo cuocere fino a quando non avrà raggiunto la giusta consistenza: il tempo di cottura dipende dal quantitativo della frutta e dal nostro gusto in fatto di densità del prodotto finale, tenendo presente che raffreddandosi un po' si addenserà. Comunque fa fede in genere la buona regola applicabile alle confetture, ovvero la prova piattino: se mettendone una piccola quantità su un piattino freddo, inclinandolo, la crema scivolerà con consistenza gelatinosa, possiamo invasare
Aggiungiamo lo zucchero e mescoliamo alzando la fiamma a fuoco medio |
Fase 4
Abbassiamo al minimo la fiamma, e con cautela riempiamo i vasetti con la crema bollente, tappiamoli e mettiamoli a testa in giù su un panno abbastanza grande da poter avvolgere i barattoli, affinché facciano il sottovuoto. Lasciamoli così fino al completo raffreddamento. Quindi capovolgiamo, puliamo dalle sbavature, etichettiamo e conserviamo in luogo fresco, asciutto e buio. Si conserverà per mesi, e una volta aperto il barattolo, se non lo si finisce, conservarlo in frigo.
Quando saranno riempiti tutti i vasetti trasferiamoli sempre capovolti su un panno, abbastanza grande anche per coprirli tutti, e lasciamoli freddare in modo che facciano il sottovuoto che permetterà di conservare per mesi la nostra crema |
Note
Se si mette in lavorazione un grande quantitativo di nespole è preferibile una volta aperte e sbucciate, immergerle in acqua acidulata con succo di limone per evitare che anneriscano troppo a contatto con l'aria
Curiosità: c'è nespola e nespola…!
La nespola è frutto dolce e leggermente asprigno, ricco di minerali, vitamine e molto versatile, da gustare ben maturo in purezza, in macedonie miste, in confettura o anche nelle insalate, alle quali apporta la componente acida, e che per contro esaltano la sua componente zuccherina. Un frutto particolare che matura in primavera avanzata, con buccia edibile, una polpa un po' acquosa e all'interno un paio di noccioli che possiamo utilizzare per farne un liquore (vedasi Cuciniamoinsieme.it). Ma di quale nespola parliamo? Non certo quella antica, comune nella campagne italiane e d'Europa. Quella che ancora, lontanamente, ricordano i nostri nonni.
Quella era in realtà la Mespulus germanica, o nespola comune: a raccolta autunnale, di forma più tondeggiante e con una buccia color verdastro-grigio-marrone chiaro, riconoscibile da una grossa apertura al fondo (una sorta di "bocca" con denti aguzzi), spesso confusa con la sorba. Soppiantata gradualmente nell'intera Europa a partire dalla fine del XVIII dal nespolo giapponese (Eriobotrya japonica), inizialmente importato come semplice pianta ornamentale delle Corti di Francia. Un frutto a raccolta primaverile la cui bacca appare più oblunga e chiusa, la buccia di un colore più vivo e giallastro-arancio.I frutti di entrambe le specie si raccolgono acerbi, in attesa di maturazione fuori dalla pianta.
In Piemonte, la nespola germanica si diffuse maggiormente attraverso la tradizione popolare, ribattezzandola con il termine pocio. I pocio vengono ancor oggi coltivati, appunto per tradizione, in alcune zone soprattutto nel Basso Piemonte, in particolare in provincia di Cuneo e nelle Langhe meridionali, quasi ai confini con la Liguria, anche attraverso delle esposizioni e delle fiere dedicate.
Massime, citazioni, detti, proverbi e aforismi
“Con ël temp e con la paja a maduro ij pocio” (antico proverbio popolare piemontese)
La lunga maturazione a riposo nella paglia delle antiche nespole germaniche, appunto i pocio, anche oltre il periodo natalizio, associata alla graduale e crescente dolcezza del frutto, portò a coniare il proverbio italiano "Col tempo e con la paglia maturano le nespole…" (ovvero ci vuole pazienza ed occorre aspettare per godere appieno di qualcosa)