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Cuciniamo con

Dissetante. L’Acquarosa di Leonardo da Vinci

Antique Italian recipes. The "Acquarosa" ("Water-roses") by Leonardo da Vinci

Ecco, questa ricetta spiega molto più di altre i motivi il perché di questo blog. Che non è un diario personale con qualche ricetta qua e là come tanti, troppi se ne trovano in rete. Ma una sorta  di ricettario nel quale far confluire tutti i miei studi e le mie ricerche, che dalle tavole della Roma antica mi hanno condotta nel corso degli anni,  attraverso i secoli nel percorso e nella metamorfosi  della gastronomia italiana e mediterranea, fino ed oltre il primo decennio degli anni 2000. Dunque non è emozionante rifare con gli stessi ingredienti una ricetta concepita dal famoso genio, vissuto a cavallo fra la seconda metà del 1400 e il primo ventennio del '500? Certo oggi sorridiamo per la semplicità  degli ingredienti: ma immaginate all'epoca come era difficile e costoso reperirli? Comunque, la ricetta nella sua essenzialità pare sia contenuta nel "Codice Atlantico" di Leonardo, conservato a Milano nella Biblioteca Ambrosiana. Pochi gli ingredienti fra i quali l'estratto di rosa, e qui non è chiaro se il Maestro lo estraesse con l'ausilio di alcool o meno.  Io, propendendo per la seconda ipotesi ho usato l'aroma naturale di Rosa che si usa anche per i dolci in dosi da contagocce. Vediamo come.


Tempo di cottura: 1 minuto

Porzioni: 4

Ingredienti: 1 ltro di acqua minerale naturale o di fonte; 3 cucchiai di zucchero di canna o semolato; il succo di due limoni; 1 cucchiaio raso di aroma naturale di rosa

Fase 1

Mi sono procurata 1 litro di acqua minerale naturale (ma ottima quella di fonte). L'ho messa in un contenitore ed ho sperimentato spremendo un primo limone, nel cui succo ho sciolto due cucchiai di zucchero di canna.

Acqua di fonte o minerale naturale, succo di limone, zucchero e…

Fase 2

Ho poi versato il tutto nell'acqua ed assaggiato: era leggermente poco dolce e poco acidulata. Quindi ho spremuto il succo di un secondo limone e aggiunto un terzo cucchiaio raso di zucchero.

Sciogliamo lo zucchero nel succo di limone

Fase 3

Versato di nuovo nell'acqua: era perfetta! A questo ho aggiunto 1 cucchiaio raso di aroma naturale di rosa: all'assaggio la bevanda è risultata gradevolissima.

…e l'ingrediente principe: l'aroma naturale di rose

Fase 4

L'ho messa in frigo, e fresca è risultata una bevanda equilibratissima, estremamente dissetante, molto picevole e rinfrescante. Leonardo la colava "in tela bianca" e la definiva "bevanda di Turchi la state", bevanda estiva dei turchi, a riprova dei rapporti che intratteneva con l'oriente. Ma soprattutto, per la presenza della rosa, il Maestro definiva la sua "Acquarosa", afrodisiaca: chissà…

Gustiamo freschissima questa bevanda che il Maestro Leonardo ha inventato secoli fa ritenendola afrodisiaca…

Note

L'aroma naturale di rosa è reperibile in flaconcini da 60cc nei negozi di specialità gastronomiche.

Ottenere l'aroma di rose è possibile anche mettendo in infusione in acqua calda o in alcool, 3 o 4 generose manciate di petali di rose antiche profumate essiccati.

Curiosità

Il padre putativo di Leonardo da Vinci era un pasticcere, e sotto i suoi insegnamenti questi si appassionò a quella affascinante alchimia che è la mescolanza degli ingredienti: la cucina, che segnò gran parte della sua vita, anche sotto l'aspetto lavorativo.

Ad esempio quando era a bottega dal Maestro Verrocchio, insieme a quello che sarebbe diventato un altro grande dell'arte, Sandro Botticelli, contemporaneamente diventò prima garzone e poi capocuoco alla "Taverna delle tre lumache" sul Ponte vecchio a Firenze. Vi lavorò per circa sette anni finché un incendio non distrusse il locale nel 1478. Allora con Botticelli aprì la "Taverna delle tre rane" sempre a Firenze che però ebbe vita breve: i piatti che ora Leonardo era libero di preparare erano troppo all'avanguardia per i palati troppo tradizionalisti dei fiorentini, e soprattutto veramente incomprensibile il menù, zeppo di strani disegni ad illustrare i piatti e… scritti da destra a sinistra, come era uso fare il Maestro.

Quattro anni dopo, nel 1482 Leonardo, recatosi a Milano lavorò presso la corte di Ludovico il Moro (Sforza) come supervisore delle fortificazioni, ma anche con l'incarico di Gran Maestro di feste e banchetti di corte. Ed è qui che iniziò a ad annotare il manoscritto di ricette di cucina noto sotto il nome di "Codex Romanoff".

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