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Cuciniamo con

Insalata di salicornia

Alla scoperta del vero modo di gustare appieno l'"asparago di mare"....

Oggi vi proponiamo un percorso insolito sulla straordinaria e variegata via del gusto, alla scoperta di una pianta impropriamente chiamata alga, e meglio nota come "asparago di mare": la salicornia. Vi sarà capitato di vederla soprattutto sui banchi del pesce al mercato o in pescheria, usata come ornamento o venduta a prezzi modici, troppo spesso spacciata appunto per alga. La salicornia che noi conosciamo nella diffusissima variante Europea, è una pianta succulenta della famiglia delle Chenopodiacee che cresce su terreni umidi e acquitrini salmastri, e in prossimità di acque stagnanti. E' ampiamente diffusa nelle sue varianti morfologiche nelle regioni del Mediterraneo, in Europa, in Asia e in America del Nord.


Tempo di cottura: no

Porzioni: a piacere

Ingredienti: salicornia o asparagi di mare raccolti di fresco; olio extravergine d'oliva di qualità; poco sale marino fine; succo di limone

L'uso alimentare

Per esperienza personale non temo di affermare che il consumo ideale di questa pianta dall'alto contenuto salino e di sali minerali è quello a crudo in insalata: è solo così che l'"asparago di mare" esprime al massimo tutto il suo sapido sapore salmastro.

Esecuzione

Noi l'abbiamo semplicemente passata sotto un getto di acqua dolce, non avendo acqua di mare a disposizione. E l'abbiamo condita con poco sale, un olio extravergine d'oliva di alta qualità e del succo di limone fresco di frigorifero spremuto al momento. Niente altro.

E troviamo che sia l'ideale e la degna sostituta della classica insalata per "pulire la bocca" dopo aver gustato una frittura di mare o di paranza. Un'insalata insolita anche per una fritturina insolita: quella di occhio di canna, della quale abbiamo or ora postato la ricetta originale, made in Cuciniamoinsieme.it

In cucina

C'è chi tratta la salicornia come gli asparagi, facendola bollire e condendola con olio e aceto o con burro. Chi la salta in padella con vari tipi di pasta, chi ne fa frittate e chi la cucina col pesce… così, tanto per dare alle solte pietanze trite e ritrite una nuova veste originale con un abbinamento insolito… ma, il sapore?

Quello viene completamente, miseramente perso in fase di cottura.

Non crediate, anche noi che la salicornia la conosciamo da tempo, abbiamo provata a cucinarla. L'abbiamo sperimentata in diversi modi: con i paccheri e le vongole ad esempio. Conservata in barattolo sott'aceto, o abbinata a pesci delicati o dal sapore robusto. L'abbiamo pastellata e fritta. Ma queste ricette, il risultato di queste sperimentazioni non le vedrete mai pubblicate su questo blog. Perché al di là di un titolo ad effetto, in sostanza l'apporto che può dare la salicornia una volta cotta è nullo o addirittura controproducente dal punto di vista culinario, perché perde quello che più la caratterizza: il sapore, puro, di mare e di iodio…

Per carità, i gusti sono gusti: ma perché scomodare questa pianta quando per far frittate, frittelle, sott'aceti e sott'olii, caccompagnare pesci o condir paste Madre Natura ci dà ben altro?

Dunque mangiamola cruda in insalata. E diremo di più: condite l'insalata di salicornia (possibilmente appena raccolta) solo all'ultimo momento, perché anche dopo soli dieci minuti, come accade per le insalatine tenerissime, a causa sia del sale che del limone che le "cuociono", comincerà a perdere il suo unico, inimitabile sapore…

Concludendo

Cominciamo a ben educare i nostri palati, e traiamo il giusto insegnamento da queste due ultime ricette di Cuciniamoinsieme.it, che vanno di pari passo: la "Frittura di occhio di canna" e l'"Insalata di salicornia": saliamo la frittura solo al momento di mangiarla; non roviniamola col succo del limone. E infine: non cuciniamo la salicornia…

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